C'è la Donna Borsa. Tiene un cane come se fosse un mascara, lo nasconde nella Louis Vuitton e quando si soffia il naso incipriato a volte confonde il kleenex col pelo dell'animale bonsai. Di solito ha un cane femmina - così da potersi sentire più bella di lei - ma può anche avere un cane maschio - così da potersi sentire desiderata.

C'è l'Uomo Solitario che possiede un cane perché aiuta l'abbordaggio e fa tanto esistenzialista pensoso. C'è la Donna Poverino, che non sa brontolare il cane perché, appunto, è "poverino". Col passare degli anni, il cane avrà le fattezze del compagno di classe grasso che tutti prendevano in giro tranne sua madre. Quella che lo rimpinzava. Quella che aveva anche un cane-poverino (..). C'è il Padrone Lupo, per cui il cane è solo un sistema d'allarme semovente. Preferirà pastori, meglio se incazzosi. Non presterà mai troppa attenzione alle sue esigenze e si vanterà con gli amici di quanto sia bravo a disperdere gli estranei con la sola imposizione della mandibola.


L'ultimo abbaio lanciato a caso contro il mondo. C'è l'Educatore, che insegna al suo cane come dare la zampa e mettersi a cuccia, dimenticandosi di imparare a volergli bene. C'è il Tartufaio, che ha acquistato un Lagotto per cercare tartufi che mai troverà e che dirà di aver trovato, comprandoli sotto casa ed esibendoli alla moglie con la fierezza di chi entra al bar raccontando di avere appena fatto sesso con Jennifer Connelly. Al bar fingeranno di credergli. La moglie, no. E' per quello che i mariti non stanno quasi mai a casa. C'è la Donna Fango, che il cane non si può perché sporca. C'è l'Uomo Pelo, che il cane non si può perché spela. Di solito l'Uomo Pelo è calvo, anche da qui la sua repulsione canina. A chi tutto, a chi niente.
C'è il padrone Farmaco, che (..) sottopone a mille check-up il cane nella speranza che, se sta bene lui, sta bene anche il Padrone. Non si fa le analisi del sangue dal governo Rumor, durante il quale peraltro neanche era nato, ed è un Woody Allen al contrario. Per ogni sintomo che avverte, dal medico non va mai. Però in compenso ci porta il cane. Sia un cane erotomane come lui. C'è la Frigida, che ha un cane asessuato come lei. C'è l'Astemia, che ha paura dei cani e sicuramente neanche beve.

C'è l'Animalista, che scotennerebbe il collega ma guai a chi osa mangiare in sua presenza un'alga, anch'essa frutto di Madre Natura - mentre il collega, al massimo, è figlio della serva.(..) C'è quello che il cane non lo ha mai avuto. Quello che lo ha avuto e non lo voleva. Quello che ce l'ha ed era meglio se non ce l'aveva. C'è la Canara, che porta i suoi dodici randagi a spasso quando viene il tramonto. C'è il Canaro, che una volta mi pare finì pure in cronaca. C'è l'Hippy, che chiede l'elemosina in centro e tu gliela fai, se gliela fai, non perché è povero ma perché ti ha intenerito il cane.
Un cane è un’ombra discreta, un amico fedele, un’anima sperduta. Senza una guida sicura, rispettosa e amorevole, sarà un essere vivente senza bussola né gioia.
La vita di un cane dipende dalle tue vibrazioni. Da quello che sei dentro. Da quanto sei riuscito a entrare in sintonia con lui. Da quanto sei riuscito ad abbattere il muro della menzogna.
Con un cane devi essere essenziale. Come in un romanzo.
Non insegnate ai bambini la vostra morale, è così stanca e malata. Cantava qualcuno.
Non insegnate ai cani le vostre cattive vibrazioni, sono così bieche e sbagliate. Abbaiava qualcuno.Un libro, quello di Andrea Scanzi, che è da leggere con ampi respiri.
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