lunedì 14 febbraio 2011

L'ausl interviene dopo i recenti allarmi per polpette al fitofarmaco contro animali domestici


CESENA - “L’avvelenamento di animali tramite l’abbandono di esche tossiche nell’ambiente è sempre un comportamento irresponsabile ed illecito”. E’ il commento del Servizio veterinario dell’Ausl di Cesena che interviene in merito ai recenti episodi di avvelenamenti di animali domestici riportati sulla stampa locale, fornendo alcuni consigli su cosa è bene fare in questi casi.“Purtroppo si tratta di un fenomeno noto al servizio veterinario – spiega Bruno Giacometti direttore dell’unità operativa Sanità animale dell’Ausl di Cesena. Spesso le cause sono accidentali, determinate dall’incauto utilizzo o conservazione di sostanze velenose utilizzate come antiparassitari in agricoltura o nel giardinaggio o nel controllo di mosche, topi, lumache, talvolta invece sono dolose. Uccidere animali selvatici o domestici, quali cani o gatti, attraverso l'uso di esche avvelenate è considerato un reato ai sensi del codice penale e la denuncia contro i responsabili, sospetti tali o ignoti consente di migliorare il monitoraggio ed i controlli sul territorio per prevenire i rischi per le persone, gli animali e l’ambiente”.Negli ultimi anni i veleni più utilizzati sono stati i prodotti per uso agricolo quali antiparassitari, diserbanti, rodenticidi e lumachicidi. “Le analisi tossicologiche effettuate – spiega Giacometti - hanno evidenziato come la maggior parte dei casi di intossicazione sia imputabile a pesticidi organo-fosforati, seguiti da carbammati, cumarinici e pesticidi organo-clorurati in particolare alfa e beta endosulfan”. Le esche spesso si presentano in forma di carcasse di piccoli volatili imbottiti di veleno, uova avvelenate, salsicciotti imbottiti di veleno, pezzi di prosciutto avvelenati, polpette di carne cruda miscelate a veleni. L’utilizzo di esche vanifica poi l’obbligo di aggiungere sostanze amaricanti ai veleni per renderle meno appetibili”. Parchi, giardini pubblici, spazi condominiali e zone dove vivono colonie feline sono le aree urbane più a rischio, mentre in campagna i rilievi più frequenti sono in aziende faunistico-venatorie, oasi naturali, parchi naturali, terreni agricoli coltivati.Ciò che è bene sapere è che in caso di ritrovamento di esche o bocconi presumibilmente avvelenati, è necessario avvisare gli organi di polizia o il Servizio veterinario della Ausl competente per territorio. In caso di impossibilità di un intervento immediato da parte delle autorità, prima di raccogliere qualunque materiale sospetto è necessario munirsi di protezioni (guanti ed eventualmente mascherina). I materiali devono essere consegnati in contenitori chiusi al servizio veterinario dell’azienda usl (tel. 0547/352061 oppure 0547/352111) che, dopo una prima valutazione del materiale ritrovato, si farà carico di inviare i campioni al laboratorio analisi, per le indagini tossicologiche.Qualora invece si verifichi un evento potenzialmente pericoloso come l’ingestione di veleni o sostanze tossiche da parte di animali domestici è necessario rivolgersi immediatamente al proprio Medico Veterinario di fiducia o recarsi presso il più vicino ambulatorio veterinario. “In questi casi – conclude Giacometti - è estremamente importante descrivere nel modo più preciso possibile la sostanza con la quale l’animale è presumibilmente venuto a contatto, riferire le caratteristiche del prodotto, indicare il luogo in cui si presume sia avvenuta l’assunzione e comunicare il tempo trascorso dall'ingestione e tra l’ingestione e la comparsa di eventuali sintomi. Il Medico Veterinario provvederà a segnalare il sospetto avvelenamento all’ufficio territorialmente competente dell’Azienda Usl”.

Nessun commento:

Posta un commento