Una lettera in cui Edgar Kupfer-Koberwitz,
scrittore tedesco, (1906-1991), superstite del campo di concentramento
di Dachau, spiega le ragioni della sua scelta vegana:
"Caro amico, mi chiedi perché non mangio carne e
ti domandi per quale ragione mi comporto così. Forse pensi che ho fatto
un voto o una penitenza che mi priva di tutti i piaceri gloriosi del
mangiar carne.Pensi a bistecche gustose, pesci saporiti, prosciutti
profumati, salse e mille altre meraviglie che deliziano gli umani
palati; certamente ricordi la delicatezza del pollo arrostito. Vedi, io
rifiuto tutti questi piaceri e tu pensi che solamente una penitenza, o
un voto solenne, o un grande sacrificio possa indurmi a negare questo
modo di godere la vita e che mi costringa ad una rinuncia.Sei sorpreso,
chiedi: Ma perché e per quale motivo?Te lo chiedi con intensa curiosità e
pensi di poter indovinare la risposta. Ma se io ora cerco di spiegarti
la vera ragione in una frase concisa, tu rimarrai nuovamente sorpreso
vedendo quanto sei lontano dal vero motivo. Ascolta: io rifiuto di mangiare animali perché non posso nutrirmi con la sofferenza e con la morte di altre creature. Rifiuto
di farlo perché ho sofferto tanto dolorosamente che le sofferenze degli
altri mi riportano alle mie stesse sofferenze. So che cos'è la felicità
e so che cos'è la persecuzione. Se nessuno mi perseguita, perché dovrei
perseguitare altri esseri o far sì che vengano perseguitati?
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